domenica 27 dicembre 2009

sabato 26 dicembre 2009

a proposito di agricoltura biologica... - dal diario lell'orto 2009

A primavera inoltrata ho seminato i cornetti della varietà Burro di Rocquencourt. E' un fagiolino nano semiprecoce che non sviluppa fili, il mio preferito. La pianta, che diventa alta ca. 40 cm, produce un'enorme quantità di fagiolini giallo-oro lunghi circa 17 cm. E' una varietà indicata per la conservazione in freezer. Complici le condizioni metereologiche, i semi sono germinati nella loro totalità e le piante si sono sviluppate forti e uniformi producendo dei bei grappoli di fiori lilla, che hanno dato presto origine ai frutti giallo-oro.
Tutto testimoniava il buon stato di salute della cotivazione.





















E queste fotografie che ho scattato all'epoca lo confermano.
Ma, a causa del forte calo di temperatura, avvenuto durante la famosa grandinata di luglio, parte delle piante di cornetti hanno subito un forte stress e si sono improvvisamente riempite di afidi.
Devo confessare che che quando capitano questi avvenimenti non riesco a spiegarmi come possano arrivare così improvvisamente e a frotte tutti questi afidi.


Vorrei avere il tempo di documentarmi e capire finalmente se compaiono dal nulla oppure dove sono stati fino a quel momento e come fanno a trovare le mie piante di cornetti.
Questi sono i pensieri che avevo in testa quando, giorno dopo giorno (il mese di luglio ero in ferie e potevo permettermelo) accudivo al mio orto e vedevo quelle piante così infestate da quei piccoli insetti.


Ma non è tutto qui!
Per torturare ancora meglio i miei pensieri,  dopo un paio di giorni, sempre dal "Luogo del Nulla" da dove sono arrivati gli afidi, ecco che sono comparse una miriade di coccinelle e anche qualche cavalletta. Ma chi ha detto loro che lì, proprio sulle mie piante di cornetti, c'erano gli afidi?


Non avevo trovato una risposta, al momento, ma di certo in quelle sere sono andata a letto tranquilla e rasserenata, non solo perchè quegli strani animaletti con la loro venuta e voracità hanno salvato il mio raccolto,


ma soptattutto perchè mi hanno dimostrato che ancora oggi, in questo mondo dove tutto sembra andare alla rovescia, qualcosa invece funziona ancora come deve funzionare e che Mamma Natura, per adesso, non si è ancora stufata di curarsi di noi e del mondo che ci circonda, nonostante i danni che riusciamo a combinare, anche nel nostro piccolo, giorno per giorno.
Ricordiamocelo.